Chiudiamo oggi l’approfondimento punto per punto sulla ricerca che abbiamo presentato riguardo la carenza dei medici di base in Veneto. Ma riprenderemo prestissimo a parlarne.

Nel primo grafico vediamo il numero di medici che si stima andrà in pensione ogni anno da qui al 2035. Ne emerge che quasi un quarto di quelli attualmente in attività non lo sarà più entro 3 anni e che oltre la metà – 1921 – non lo sarà più entro il 2035 (che sembra lontano, ma è a poco più di 10 anni di distanza). Dati che riflettono una situazione in cui si rischierà il collasso dell’intero sistema di medicina generale in Veneto, se non ci sarà un adeguato e tempestivo ricambio con nuovi ingressi. Ricambio che tuttavia, ad oggi, la Regione non si è mai occupata di organizzare.

La colpa di questa situazione infatti è in larghissima parte della Giunta regionale. E perché?

La premessa da fare è che il metodo più efficace per evitare questa emergenza sarebbe stato quello di investire nella formazione di nuovi medici di medicina generale, e dunque sulle borse. E il problema è che la nostra Regione su questo fronte è totalmente inadempiente, come dimostra il secondo grafico, che vede il Veneto addirittura all’ultimo posto in Italia per numero di borse di formazione ogni 1.000 abitanti!

E considerato che, almeno fino al 2018, le Regioni ottenevano dallo Stato per le borse le risorse che chiedevano, è chiaro che la Giunta regionale non può nascondersi dietro alla scusa di “scelte nazionali”. Semplicemente, il Veneto non ha messo in piedi una programmazione coerente e ha chiesto meno borse di studio rispetto anche a regioni molto meno popolose.

Qui la responsabilità – enorme – è quindi della Regione. Che ci aspettiamo sia capace di riconoscerlo e di attivarsi per evitare le gravissime conseguenze dei propri ritardi.

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