Tra fattibilità e sostenibilità, gli eventi culturali nel post Covid

Il mondo della cultura è tra quelli più colpiti dell’emergenza covid-19 e dovrà sicuramente combattere con grandi difficoltà anche nella fase di convivenza con il virus dovrà. Qualche settimana fa abbiamo ascoltato ed incontrato operatori di cinema, teatri, musei, produttori e artisti, mentre nella diretta di martedì volgeremo lo sguardo a questo mondo da altre due prospettive: nella prima parte ragioneremo sulla sostenibilità e sul futuro delle filiere culturali con Paola Dubini, docente di Economia aziendale all’Università Bocconi di Milano e con Valentina Montalto, ricercatore al Centro Comune di Ricerca (Jrc) e nella seconda parte incontreremo gli organizzatori di alcuni festival del territorio per capire come stanno pensando di riprogrammare le loro attività nel post pandemia.

Il dibattito sul tema “cultura” continua quindi ad essere vivace, soprattutto rispetto alle normative inserite nel decreto Rilancio che fanno presagire una “fase 2” lunga e difficile per tutto il settore. Da un lato le misure sul distanziamento sociale hanno un impatto particolarmente forte sull’organizzazione degli eventi, dall’altro molte realtà si sostengono in misura importante grazie ai contributi dei privati che, con ogni evidenza, nei prossimi mesi vedranno una contrazione importante. La fragilità economica di questo settore, fondamentale per la crescita e l’emancipazione di ogni persona, era ben nota già prima dell’arrivo della pandemia. A livello europeo sono oltre 7 milioni le persone che hanno un’occupazione in ambiente culturale, molte delle quali prive di un’adeguata rete di protezione.

E’ ormai evidente che gli effetti della crisi si ripercuoteranno sul settore per periodi non brevi, con conseguenze via via sempre più pesanti fino al 2021.

Siamo ben consapevoli che la riflessione è solo agli inizi e, nel tentativo di approfondire gli sviluppi di questo percorso, abbiamo deciso di dedicare un ulteriore appuntamento a questo mondo.