Il 20 giugno del 1979 Nilde Iotti divenne la prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato: la presidenza della Camera dei deputati.

Il punto più alto di un percorso politico che l’ha portata ad attraversare da protagonista alcuni dei momenti più importanti della storia repubblicana. Già nelle file della Resistenza, per la precisione nei “Gruppi di difesa della donna”, Nilde Iotti dopo la fine della guerra aveva fatto parte della “Commissione dei 75”, che aveva il compito di redigere la bozza della Costituzione repubblicana. Nel 1948 venne eletta alla Camera dei Deputati e lì portò avanti alcune storiche battaglie per i diritti delle donne, giocando un ruolo chiave nell’approvazione delle leggi su divorzio e aborto. Nel 1987, quando era ancora Presidente della Camera, ebbe l’incarico di governo con mandato esplorativo dal presidente della Repubblica Cossiga. La cosa non andò in porto, ma fu la prima donna ad avvicinarsi al ruolo di Presidente del Consiglio.

La sua foto è appesa nella “Sala delle donne” di Montecitorio, dove dal 2016 vengono ricordate le donne che hanno fatto parte delle Istituzioni repubblicane. In quella sala, ad oggi, ci sono ancora due specchi: ricordano che in Italia nessuna donna è mai stata premier né Presidente della Repubblica. Con un auspicio per le donne che, passando, si specchiano lì: «potresti essere tu». E per ricordarci che c’è ancora molta strada da fare: pari diritti e pari opportunità non sono ancora un dato di fatto, ma un obiettivo da perseguire con il massimo impegno. Ma l’esempio di Nilde Iotti non può che ispirarci e spingerci a lottare per una piena uguaglianza, conditio sine qua non per ogni democrazia degna di questo nome.

Ed è proprio alla causa femminista che Nilde Iotti ha dedicato uno dei primi passaggi del suo famoso discorso dopo l’elezione a Presidente della Camera (a questo link il discorso letto da Monica Guerritore: bit.ly/3qciRcN): “Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione.”

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