È passato un anno e mezzo dall’ultimo post su questa pagina.
Ho sempre contestato in modo radicale il modello che la politica di oggi sembra imporre. Essere sempre sulla scena, sempre connessi, sempre ad inseguire una citazione di due righe sui giornali. La prevalenza dell’io e del “personaggio” sulla costruzione di percorsi collettivi e di lungo periodo.
E’ stato un tempo di riflessione e di lavoro, ma la passione per la politica non è mai venuta meno. Penso che la situazione di Vicenza ma anche a livello nazionale, richiedano di nuovo un impegno più forte. Penso che il momento giusto per farlo sia proprio ora, lontano dagli appuntamenti elettorali. La paura, la rabbia, una certa politica che alimenta questi sentimenti senza provare a risolvere i problemi, mi portano a sentire l’urgenza di tentare, nel mio piccolo, di dare un contributo.
Ho provato a raccontare in che modo mi piacerebbe farlo in questa intervista a Il Giornale di Vicenza.it.

Non lo considera un “ritorno” per il semplice fatto che, pur decidendo di non candidarsi in consiglio comunale, dalla politica non si è di fatto mai staccato. Ma adesso, dopo un anno e mezzo nel quale ha volutoe vitare dichiarazioni pubbliche, Giacomo Possamai, ex capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale e punto di riferimento politico di una fetta importante dentro il Pd e fuori il Pd, si riprende la scena, contesta frontalmente una giunta comunale «che ha il nulla come fatturato» e mette in cantiere un progetto politico.

Da un anno e mezzo a questa parte è rimasto in silenzio. Come mai? È stata la delusione per la sconfitta alle comunali?
Assolutamente no. Semplicemente penso che ci siano momenti nella vita in cui si sta sotto i riflettori, si svolge un incarico pubblico, e momenti in cui ci si dedica alla professione. Non si può fare solo politica tutta la vita, altrimenti non si riesce a essere liberi e indipendenti.

E adesso cosa è cambiato?
È cambiato che la situazione, a Vicenza ma anche a livello
nazionale, richiede un impegno. La paura, la rabbia, una certa politica che alimenta questi sentimenti senza provare a risolvere i problemi, mi portano a sentire l’urgenza di tentare, nel mio piccolo, di dare un contributo. Con un progetto che sta prendendo forma.

In cosa consiste? È un’associazione? L’embrione di un partito?
Né l’uno né l’altro. Oggi mancano un senso di comunità e la creazione di proposte. Sto mettendo in piedi un percorso, un laboratorio aperto a tutti, che faccia formazione politica: ciò che voglio fare è cercare dei momenti di approfondimento per mettere a confronto le migliori esperienze italiane ed europee.

Si è pentito di non essersi candidato in consiglio comunale?
No, non mi sono pentito, proprio per i motivi che dicevo all’inizio. Ma la passione per
la politica c’è sempre. E penso che un buon politico debba avere per forza passione. Se uno fa politica senza passione significa che fa gli affari suoi o gli affari di qualcun altro.

Qual è il suo giudizio sull’opposizione comunale? Sottotono?
No, ci sono dodici consiglieri che stanno facendo bene. Dopodiché, paradossalmente, è difficile fare opposizione con una amministrazione di questo tipo.

In che senso?
Per fare opposizione devi avere qualcosa a cui opporti. Opporsi al nulla è difficile. Il 90 per cento delle mozioni approvate in consiglio, per capirci,sono proposte fatte dalle opposizioni.

Addirittura? Non salva proprio niente dell’amministrazione?
Rucco lo conosco dai tempi dei banchi del consiglio, gli sono affezionato ed è una persona perbene. Il problema è che quando costruisci una candidatura, un’alleanza, su un patto di potere all’ultimo e non su un progetto non riesci a governare. In Comune si naviga a vista e non c’è una proposta politica. Cos’ha fatto questa amministrazione in un anno e mezzo?Verrà ricordata solo per la riapertura di corso Fogazzaro alle auto.

Secondo lei l’amministrazione durerà fino a fine mandato?
Quando cade una giunta è sempre un evento traumatico, ma se non c’è un rilancio mi auguro che questa esperienza finisca quanto prima.

In questo caso lei si candiderebbe a sindaco?
Mi pare assai prematuro e semmai il tema è un altro: vista la debolezza di questa amministrazione e il suo destino incerto va costruita per tempo un’alternativa.

Con una Lega forte grazie all’effetto-Salvini e un Pd non ai massimi che tipo di alternativa potete costruire?
È evidente che bisogna andare oltre il Pd. È stato così per Variati ed è stato così anche per Dalla Rosa che, vorrei ricordarlo, ha perso di pochissimo. Vanno coinvolti i mondi civici, ambientalisti, progressisti e i tanti delusi dalla giunta Rucco.

Da Vicenza a Roma: lei lo avrebbe fatto il governo con i 5 Stelle?
Non sono stato un entusiasta di questo governo, ma alla fine penso che l’Italia stesse correndo pericoli così grandi che ne comprendo la necessità.

Quali pericoli?
Io sono radicalmente convinto, ad esempio, che Salvini avesse l’intenzione di portare l’Italia fuori dall’euro. Quando scegli come presidenti delle commissioni bilancio e finanze Borghi e Bagnai, che sono i due massimi teorici dell’uscita dell’euro, vuol dire che quello è l’obiettivo che vuoi raggiungere.

Lei come la vede un’alleanza Pd-M5S alle regionali?
Non credo sarebbe positivo. E penso anche che bisognerebbe andare ancora più in là rispetto a quanto fatto da Zingaretti per le europee, rinunciando anche in parte al simbolo. Il Pd in Veneto deve essere ancora più ambizioso, pronto ad aprire la sua lista ai tantissimi mondi civici con cui abbiamo fatto alleanze a livello locale. Possiamo pensare ad un progetto con testa e cuore in Veneto.

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