Quante volte vi è capitato, nei viaggi all’estero o parlando con persone straniere di dover descrivere la nostra provincia come quella “near Venice”?
Per farci capire, siamo abituati a descrivere Vicenza come una meta di passaggio, come un luogo “vicino a Venezia”, per l’appunto. Non è scritto nella pietra che le cose debbano stare così: l’obiettivo è rendere il vicentino una zona a forte impronta turistica la cui fama ci preceda all’estero.

E’ all’interno di questo contesto che abbiamo organizzato per la giornata di ieri una camminata tra le vigne dei colli vicentini, alla quale ha partecipato anche il Sindaco di Villaga Eugenio Gonzato, che ha giustamente sottolineato come i Colli Berici non abbiano niente da invidiare alle camagne di Umbria e Toscana.

Non vogliamo solo lanciare un appello, ma anche prenderci impegni concreti e quindi di seguito vi presentiamo le nostre proposte per una piena valorizzazione dei nostri colli:

1) riscoprire i percorsi storici, che affondano le radici nella preistoria, come testimonia la grotta di San Bernardino in Comune di Barbarano Mossano, passando per il medioevo con la Rocca dei Vescovi di Brendola e Zovencedo, fino all’età rinascimentale con le ville a Costozza, dove Galileo Galilei stazionò presso la specola.

2) prevedere nuove tutele naturalistiche e di protezione ambientale per le aree rimaste ancora incontaminate e inedificate.

3) Incentivare il ruolo dei colli Berici come attrattore primario per gli sportivi e per il tempo libero (perché non pensare anche ad un ‘cammino’ dei Berici, da inserire all’interno dei Cammini Veneti, come il meraviglioso percorso Fogazzaro-Roi? Sarebbe una straordinaria opportunità per tutto il mondo legato alla ricettività e alla ristorazione, per accogliere camminatori e appassionati)

4) investire sui prodotti d’eccellenza dei nostri Colli: in questi anni per la Regione sembra sia esistito solo il Prosecco, ma il Veneto per fortuna è molto più ricco di così. Dalla vite (con i vitigni del Cabernet, Merlot, Carmenere e quello autoctono del Tai Rosso) all’olio, dal tartufo nero alle ciliegie di Castegnero e ai bisi di Lumignano, il patrimonio enogastronomico dei nostri Colli deve essere salvaguardato con forti politiche di tutela.

Diciamolo subito: per mettere in campo tutte queste iniziative serve una strategia comune, che metta insieme enti locali, Regione, privati e produttori.
Anche per questo la scelta della Regione di cancellare il GAL Terra Berica, una struttura che serviva proprio a concertare una politica per il territorio e a gestire i contributi dell’Unione Europea, è stata assolutamente miope.

Proprio perché nei prossimi anni arriveranno importanti fondi comunitari anche per la promozione turistica e culturale, il GAL deve essere ricostituito per dare la possibilità ad un territorio meraviglioso e dalle enormi potenzialità di ottenere i contributi necessari per costruire una nuova politica di valorizzazione.

 

 

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