Sabato sono stato a Firenze, ospite di Socialists and Democrats Group in the European Parliament per un grande dibattito dal titolo “Il futuro è nella democrazia: l’Europa progressista a un bivio”.
Ci siamo confrontati con altri consiglieri e sindaci italiani ed europei sul ruolo dei territori e delle autonomie locali all’interno dell’Unione e su come avvicinare e mettere in dialogo il livello locale e quello europeo, anche (ma non solo) nell’ottica della pianificazione delle spese di Next Generation EU.
L’iniziativa si inserisce nel contesto della CoFoE, ossia la Conferenza sul Futuro dell’Europa, organizzata da Bruxelles per permettere a tutti i cittadini europei di far sentire la propria voce. Si tratta di un importante momento di democrazia, un esperimento col quale si cerca di mettere il futuro dell’Unione Europeo, almeno in parte, nelle mani dei suoi cittadini. Questi sono infatti chiamati ad esprimersi, anche e soprattutto attraverso una piattaforma (👉 futureu.europa.eu/?locale=it) in cui avanzare, sostenere o commentare proposte per cambiare l’UE. La CoFoE può segnare un punto di svolta fondamentale nel rapporto tra l’Europa e i suoi cittadini, segnando il superamento di quell’idea di Europa come di un’entità distante (se non, alle volte, nemica) che negli ultimi anni si è sempre più diffusa.
I punti interrogativi sul futuro dell’UE sono tanti, è chiaro. Ma è ugualmente chiaro che il futuro dell’UE può e deve essere all’insegna di una democrazia più radicata ed evoluta, in cui tutti si sentano cittadini europei, in quanto dotati di una voce e degli strumenti per farla sentire.
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