‘Ogni anno mi sono chiesto che cosa resta di quest’uomo, di questa vita, del suo lavoro, della sua passione. Naturalmente resta la memoria ma, ancora più della memoria, deve restare il ricordo del suo esempio, il buon esempio che ha dato al nostro Paese, alle istituzioni, alla nostra comunità, l’esempio intanto di una persona schiva, sobria, attenta al dialogo, attenta all’ascolto, non solo convinta di quello che aveva dentro, ma anche pronta a cambiare la propria idea. Un uomo che mise la sua passione civile nelle istituzioni’.
Così Guglielmo Epifani ha ricordato poco più di due settimane fa Massimo D’Antona, nel 22esimo anniversario della sua morte.
Parole che oggi potrebbero essere dedicate a lui, per la sua capacità di non arretrare mai sui principi senza perdere la sobrietà e il rispetto per le istituzioni. Un modo sempre più raro di fare politica, un’eredità preziosa che Guglielmo Epifani lascia a tutti noi.
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