Sabato sera ho partecipato all’inaugurazione della sedicesima edizione del festival “Parole a confine” all’auditorium di Chiuppano, assistendo al bellissimo spettacolo di Marta Cuscunà “È bello vivere liberi“, ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana italiana, deportata ad Auschwitz.

“È bello vivere liberi!” è l’ultima frase che Ondina ha scritto a poche settimane dalla morte mentre era in ospedale ed il medico le chiese di scrivere, a occhi chiusi, la prima frase che le fosse venuta in mente.
E quel senso di libertà è stato ricordato anche ad inizio spettacolo, come segno di responsabilità civile e collettiva.
“La mia libertà finisce dove comincia la vostra” diceva il grande Martin Luther King ed oggi questa frase è quanto mai attuale e vera. La nostra libertà non è minacciata dalla relazione, che resta fondamentale anche in questo tempo di coronavirus, quanto dall’egoismo e dall’incapacità di non sapere rispettare le regole.

Sabato in teatro eravamo tutti rigorosamente distanziati e con la mascherina in volto. Qualcuno ritiene che questa sia una privazione di libertà. Io cerco sempre di dare una interpretazione diversa, pensando sia una forma di altruismo. Ed allora la regola non diventa sacrificio, ma tutela dell’altro.

Una riflessione, che vuole essere anche un ringraziamento, va a tutti gli operatori culturali che in questo momento, nonostante le tante limitazioni, continuano con generosità ed intelligenza a far vivere l’arte. È qualcosa di irrinunciabile perché l’importanza di questi festival e di queste rassegne presenti sul territorio, crea ricchezza, crea conoscenza e crea appunto libertà. Quindi un plauso va ai Comuni di Caltrano, Carrè e Chiuppano che con determinazione hanno deciso di dare voce anche quest’anno a “Parole a Confine”. Avevamo ospitato Igor Brunello, vicesindaco di Carrè, all’interno di una diretta di “Fuori dalla finestra”, che ci aveva annunciato l’obiettivo di recuperare il festival, che doveva svolgersi nell’aprile scorso, in autunno: anche per questo sono stato contento di essere presente sabato, a mesi di distanza da quell’incontro virtuale.

Infine mi auguro che il nuovo Dpcm, di prossima pubblicazione, non arrivi ad inasprire le regole per ciò che concerne lo spettacolo dal vivo. I teatri sono già al minimo vitale ed una ulteriore limitazione della capienza rischia di essere un colpo mortale.
Mi ha molto colpito la manifestazione “bauli in piazza” di sabato a Milano. Cinquecento bauli schierati in piazza Duomo, portati da una rappresentanza del mondo dello spettacolo vestita di nero a lutto per denunciare silenziosamente la crisi in cui il settore versa dallo scoppio della pandemia. Non possono essere lasciati soli.

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