10 giugno 1924: a 97 anni dalla sua morte, l’esempio di Matteotti è ancora vivo

Il 10 giugno 1924 veniva rapito e assassinato il deputato socialista Giacomo Matteotti, colpevole di aver denunciato 10 giorni prima in aula i brogli elettorali messi in atto dai fascisti nelle recenti elezioni di aprile e di avere tra le mani le prove della profonda corruzione del nuovo governo.

Un uomo che ha messo davanti alla propria stessa vita l’amore per la Libertà, la Giustizia, la Verità, che ha sfidato a viso aperto e tentato di arginare una dittatura che mandò in rovina il nostro Paese.

Esattamente un anno fa, nell’anniversario della morte di Giacomo Matteotti, la città di Vicenza si svegliava privata della clausola che richiedeva, per l’occupazione di suolo pubblico, una dichiarazione di rifiuto del fascismo e di adesione ai valori costituzionali. Fra 3 anni sarà il centenario della sua tragica uccisione e, come vicentino e come antifascista, mi unisco all’augurio e alla richiesta di tante cittadine e cittadini scesi ieri in piazza: che questo importante anniversario sia celebrato col ripristino della clausola antifascista.

E, parallelamente, sul piano nazionale la speranza è che venga discussa al più presto in Parlamento la proposta di legge contro la propaganda nazi-fascista ancora dilagante in Italia. Partita da Sant’Anna di Stazzema, la proposta di legge aveva bisogno di 50mila firme per arrivare in Parlamento: ne sono state raccolte più di 240mila, a testimonianza che l’antifascismo, per fortuna, è ancora un sentimento ben radicato nella mente e nel cuore degli italiani.