Dall’emergenza al post coronavirus, il ruolo del volontariato

22 Giugno 2020

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DATA PERSONALIZZATA

22 Giu 2020       

Lunedì 22 giugno, ore 19.00
Intervengono
Michele Carotta, Il Mezzanino; Don Enrico Pajarin, Caritas Diocesana Vicentina; Guido Zovico, Padova Capitale del Volontariato
Emanuela Bellotto, Croce Rossa Italiana – Vicenza; Christian Sassaro, Basta Sprechi Vicentina Onlus; Fabio Comunello, Fattoria Sociale Conca d’Oro

Nei momenti di prova e di difficoltà lo spirito solidale tende a manifestarsi con maggiore intensità. L’emergenza Coronavirus non è stata un’eccezione: la fitta rete di associazioni, cooperative, fondazioni ed enti operativa nel nostro paese ha fatto da argine all’onda d’urto che si è riversata con violenza sulla società.

Insieme ad alcune persone impegnate nelle più importanti realtà del volontariato nel nostro territorio, proveremo ad analizzare il ruolo svolto dal volontariato in questo tempo di lockdown e a discutere delle sfide e delle difficoltà che dovrà affrontare nell’immediato futuro.

In questi ultimi mesi la tensione verso il bene comune si è fatta ancora più forte. In questo periodo di crisi sanitaria, infatti, le attività di cura non si sono svolte unicamente negli ospedali, anzi, si sono estese nei quartieri e nelle case delle nostre città. Ci vorrà senz’altro del tempo per elaborare quello che abbiamo vissuto, ma alcuni punti sono già chiari: tantissime persone hanno reagito mettendo a disposizione il proprio tempo, consegnando la spesa agli anziani, organizzando raccolte fondi, facendo compagnia alle persone più sole con una telefonata, lavorando nelle mense e nei ricoveri notturni, e potremmo citare tanti altri esempi.

Si può dire che ci stiamo educando ancor di più alla cultura del dono, del dare senza aspettarsi nulla in cambio? E possiamo pensare che questo insegnamento rimarrà anche dopo l’emergenza?

Sicuramente il volontariato è già saldamente radicato nella nostra società: secondo dati Istat, 6,6 milioni di persone sono attive nei campi più diversi del terzo settore ed ognuno di loro costituisce una risorsa, un collante per la coesione sociale. Durante questa epidemia, il mondo del volontariato, già ricco di realtà nazionali e locali, è stato affiancato anche da molte azioni spontanee di singoli cittadini: citiamo, ad esempio, il paniere solidale o la spesa sospesa.

I Centri di Servizio per il Volontariato di tutta Italia hanno registrato un aumento nel numero di nuovi volontari, soprattutto tra i giovani, che hanno potuto scoprire il valore che può avere anche solo un’ora del proprio tempo dedicata a qualcun altro. Questo valore si declina in molti modi. È indiscutibile, infatti, che il volontariato possa essere una risposta efficace anche contro le divisioni nella nostra realtà sociale, spesso separata da individualismi e attraversata da sentimenti di rancore o di indifferenza.

Mettere al centro l’altro e il suo benessere senza pensare di ricevere in cambio un compenso è uno degli insegnamenti più grandi del volontariato. Anche se in realtà l’attività di volontariato regala soddisfazioni straordinarie, che vanno ben oltre la mera ricompensa materiale. Anche da un punto di vista più materiale, però, l’importanza di questo settore è cruciale: pensiamo a cosa succederebbe se si fermasse l’attività dei volontari in ambito sanitario e sociale o nelle carceri.

Nel discorso per la cerimonia inaugurale di “Padova Capitale europea del Volontariato 2020” il Presidente Mattarella ha efficacemente definito il volontariato come “energia irrinunciabile”. Un’energia che negli ultimi mesi ha alimentato il motore della società con una carica che ci fa vedere come, in un contesto estremamente drammatico, la solidarietà è una risposta pronta, attenta ai bisogni di tutti, nonché una risposta che dà speranza nel suo agire, appunto, “in solido”.

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