La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Il diritto alla salute è di tutti: questo dice l’articolo 32 della nostra Costituzione. Tuttavia, per un vuoto normativo, questo diritto non è realmente garantito ad ogni persona. Ad esempio, in Italia, chi rimane senza residenza perde anche il medico di base.

È così per effetto della legge che istituisce il servizio sanitario nazionale, del 1978, da cui si capisce che per ottenere il medico è necessaria l’iscrizione all’anagrafe. A chi non ha una dimora fisica in cui registrarsi resta solo l’accesso al pronto soccorso, essenziale in casi emergenziali ma insufficiente quando si parla di individui affetti da malattie che necessitano di essere costantemente monitoriate. E se c’è qualcosa che il COVID dovrebbe averci insegnato è proprio che il diritto a cure di qualità dev’essere di tutti, nessuno escluso, per una semplice questione di giustizia da un lato e di maggiore sicurezza della collettività dall’altro.

L’impegno a colmare questo grave vuoto legislativo è stato portato avanti nell’ultimo anno in primis da Antonio Mumolo, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna che ha proposto e fatto approvare una legge per garantire un medico di base ai senza fissa dimora. Sulla scia della sua iniziativa, lo stesso progetto di legge è già stato approvato anche in Puglia e riproposto in molte altre regioni.

Tra queste, anche il Veneto, dove me ne sono fatto promotore con il sostegno di tutto il Gruppo consiliare. Dunque, il progetto di legge verrà presto discusso in Consiglio regionale: ora più che mai serve far sentire la propria voce per portare a casa un risultato importante.

Si tratta di una battaglia di civiltà in cui abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Aiutaci a far capire da che parte stanno i cittadini con una semplice firma!

Per approfondire, potete consultare il testo del progetto di legge cliccando qui.

FIRMA ANCHE TU PER SOSTENERE QUESTA CAUSA!